batti che ti ribatti

Patrizia D’Addario, “Patty” per Repubblica, era solo una delle tante zoccole in cerca di fortuna ad essere andata con un politico (nel caso specifico il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) e non si immaginava che a forza di insistere e credere nel suo sogno sarebbe diventata una vera e propria celebrità di ‘sto caz-o: calendari, interviste, addirittura L’Isola Dei Famosi in Spagna.
Chissà che imbarazzo adesso con tutto questo successo.

Al Globo di Parigi ha organizzato il party “I love Silvio” e Repubblica ha scritto un articolo che termina così:

“È notte e fuori, boulevard de Strasbourg è affollata di spacciatori africani. All’ingresso del Globo è appeso un poster: c’è Berlusconi che grida. E Patty che sembra incenerirlo con lo sguardo.”

Okay, superficialmente potrebbe sembrare un articolo di Novella 2000, e può anche starci perchè alla fine si sta parlando di sesso, però tra “Papi” e “Patty”, con tutti questi nomignoli, non si capisce più niente.
Non possono semplicemente chiamarli col loro nome?
Però comprendiamo: Repubblica deve essere molto credente e probabilmente seguirà il principio di “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso”.

batti che ti ribattiultima modifica: 2009-08-02T14:41:55+02:00da myenvy
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “batti che ti ribatti

  1. Io non riesco nemmeno più a scandalizzarmi, quando leggo di queste donne: il detto dice “tira più un pelo di f**a che un carro di buoi”, dunque, finché ci saranno uomini che ragionano con l’uccello anziché col cervello, finché ci saranno uomini che di una donna considerano solo culo e tette e poi chiedono se è laureata, finché ci saranno uomini pronti a farsi inchiappettare solo dall’esteriorità e dalla sessualità… insomma, finché ci sarà tutto ‘sto schifo in cambio di soldi e notorietà facili, è chiaro che avremo sempre meno studentesse universitarie e sempre più D’Addario e Del Basso.

I commenti sono chiusi.