il Bunga Bunga non ci fa dormire

Non stiamo scherzando.

La barzelletta del Bunga Bunga ormai è chiara a tutti ed è destinata ad entrare nei libri di storia come uno dei massimi apporti politici alla cultura del nostro Paese negli ultimi 50 anni.
E’ più o meno questa: Due esploratori vengono catturati da una tribù africana. Il capo chiede al primo, “morte o bunga bunga?”, lui risponde “bunga bunga” e lo sodomizzano in massa. Il secondo allora dice “meglio la morte”, ma il capo tribù dice “prima però un po’ di bunga bunga!”.
E giù a ridere. Siate persone di humor, e ridete caz*o!

Questa barzelletta suicida è stata raccontata dal nostro Presidente del Consiglio durante una festa privata, circondato da ragazze, chi più chi meno, ricambiate in qualche modo.

E a questo punto ci è venuta in mente una dichiarazione di Ruby, la ragazza marocchina allora minorenne presente alla festa:

“Ci siamo spostati in un salotto dove lui ci ha raccontato la barzelletta del Bunga Bunga, bevendo Sanbitter. Glieli portavo io. Poi volli andare via, ero a disagio perché tutte erano in confidenza con lui e io no. Prima però lui mi ha portata al piano di sopra nel suo ufficio. Sapeva dei miei problemi e voleva aiutarmi”.

Strano che la ragazza marocchina fosse a disagio dopo una barzelletta etnica così divertente e volesse andare via…
E chissà qual è stata la scintilla che ha fatto scattare nella testa di Berlusconi la voglia di raccontare una barzelletta a base di sodomizzazioni africane…
E’ chissà se avrà imitato anche il modo di parlare di quei morti di fame africani.

Fino a questo punto riuscivamo ancora a dormire, ma poi abbiamo letto che nella barzelletta di Berlusconi i due che vengono sodomizzati sono due “suoi” uomini: Cicchitto e Bondi.

Sono due notti che sognamo di ritrovarci a una festa del nostro capoufficio, in mezzo a un sacco di prostitute, riconosciamo le nostre ex compagne di scuola, le nostre ex, le nostre mamme e attuali fidanzate, e ad un tratto il nostro capo racconta la barzelletta del bunga bunga. Decide che siamo noi quelli da far sodomizzare dalla tribù africana, proprio noi che facciamo sempre tutto quello che ci chiede, ridiamo lo stesso ma le risate di tutte le donne presenti ci sovrastano.
Ma la parte peggiore del sogno è la fine. L’unica ragazza presente alla festa con la quale pensavamo di avere una chance, una ragazza marocchina, quella che serviva i San Bitter e si sedeva annoiata in disparte, ci dà buca quando il nostro capo se la porta al piano di sopra.

Ma che caz*o… non riusciamo più a guardare il nostro capo e le donne come prima.

(foto Novella 2000)

il Bunga Bunga non ci fa dormireultima modifica: 2010-11-04T09:38:59+01:00da myenvy
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Un pensiero su “il Bunga Bunga non ci fa dormire

  1. IL FUOCO DI RITORNO DELLA GAZZOSA
    di V.S.Gaudio

    Io avrei preferito la gazzosa,
    La gazzosa,la bibita analcolica preparata con acqua, zucchero e anidride carbonica, ha, a vederci chiaro, come radice il “gas”, ovvero “gaz”(disus.), che, non tutti lo sanno, in sqip alto è “gaudio”, ecco perché la migliore gazzosa è quella fatta dai quadarari, quelli che una volta parlavano l’ammašcante, di Dipignano(Cs).
    Si capisce che , poi, per una “gazzella”, che è pur sempre africana, il “gaz”, il “gaudio”, è più dentro la “gazzosa” che nell’amaricante Kambusa di Luca Sofri(me lo ricordo, me lo ricordo!).
    Certo è che a fare “bunga bunga”( o “taf-taf”, “cincu-cincu”, “zara-zara”, ghicc-ghicc”, “tron-tron”: vedi: http://www.jacopofo.com/anche-io-fatto-sesso-con-berlusconi-scandalo-bunga-bunga#comment-13496; http://www.spinoza.it/2010/carezzone#comment-24383 ) con “pasta e fagioli”( cfr. franco1 in “il post” blog di massimo cirri) e “gazzosa”, il “trunante ”,[=”tuonante”, che è il “taf”, “u cincu”, il “bunga”]dei quadarari, cioè dei “gazzusari”, sarebbe un autentico “parrott”(il celebre cannone) calibro 4,2” da 30 libbre, che, va da sé, come gli altri due più leggeri, era riconoscibile per la grande fascia di rinforzo posta sulla culatta dell’arma. E quando c’è l’arma siamo nell’ambito dell’armoriale, che, checché se ne dica sui gay, è sempre nel paradigma della culatta, che, se proprio volete saperla tutta, fa un rinvio( per i quadarari, i calderai, e il fuoco) alla “fiamma di culatta”, che si manifesta a causa delle alte temperature e per la presenza dell’ossigeno all’atto dell’apertura dell’otturatore; insomma, tra gazzosa e fagioli il trunante ha questa combustione improvvisa dell’ossido di carbonio, il cosiddetto “fuoco di ritorno”!

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