“A seguito della pubblicazione di queste immagini, le autorità peruviane hanno annunciato la decisione di collaborare con il governo brasiliano per impedire ai taglialegna di invadere il territorio in cui abitano i popoli incontattati, da entrambe le parti del confine. Si tratta di un grandissimo successo ottenuto solo grazie alla mobilitazione pubblica generata dalla nostra denuncia.L’obiettivo della campagna di Survival è quello di garantire a questo popolo la sopravvivenza e di poter continuare a vivere in isolamento, decidendo liberamente e da soli del loro futuro. Le foto non rischiano di portare altri nelle loro terre perché non forniscono nessun particolare sulla loro ubicazione ma servono a dimostrare la loro esistenza a autorità che fino a ieri le paragonavano a un’invenzione per poter ignorare l’obbligo morale e legale di rispettare i loro diritti.
Vogliamo evitare che si ripeta la storia di sterminio e violenza che in passato ha già condannato tanti popoli all’estinzione. Anche queste tribù sono parte del mondo moderno, e non sono né “primitive” né attrazioni esotiche per turisti.”
Survival International
Siamo contenti ma l’ironia recondita del nostro post non era rivolta al lavoro di Survival International, ma al fatto che per fare cose ovvie, come non devastare l’Amazzonia e chi la abita, ci sia ancora bisogno di una “mobilitazione pubblica” nei confronti di chi governa i Paesi confinanti e che l’opinione pubblica abbia bisogno di immagini super-spettacolari per svegliarsi.