quando Le Iene supera Buona Domenica

Il programma “Le Iene” di “Italia Uno” prende il nome e l’abbigliamento degli inviati da un film di Tarantino (Reservoir Dogs, per quei pochi che non lo sapessero). Dovrebbe prenderne anche lo spirito. Lo spirito del film è riassumibile in una sola parola: bastardaggine. Le Iene invece a volte, anzi quasi sempre, sembrano dei piccoli gattini bagnati.
Ultimamente sono spariti un po’ di stacchettini e balletti con inquadrature anali o pettorali, in compenso gli inviati sono sempre meno Iene e sempre più gattini. Nella puntata di questa sera un servizio da Iena è stato quello sul disastro edilizio di Spoleto (bel servizio, magari un po’ tardivo, ma ottimo), mentre un servizio da gattino è stato quello di Marco Berrì sull’ iniziativa di Buona Domenica per mandare dei regali di nozze a Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore.
Berrì è andato a raccogliere cose e soldi dai vagabondi per strada e li ha portati a Paola Perego, idea scontata ma anche un po’ obbligata… Il problema è che il messaggio non è esplicito, anzi è così sottointeso che appare quasi l’opposto: la bastardaggine stà nel raccogliere i regali tra i Vagabondi e non nel mandare affanculo (lo si può fare anche senza risultare volgari o scontati) la Perego perchè sarebbe stato troppo banale.
Berrì infatti sorride insieme alla Perego e fa scrivere allegramente biglietti di auguri ai vagabondi. Tra Berrì e la Perego la vera Iena sembrava la Perego, ma chissà quanti se ne sono accorti.
Una volta diceva “Yahoo!” alla fine del servizio quando riusciva a fregare soldi con dei giochi di magia o faceva un servizio da vera Iena bastarda… questa sera l’ha fatto dopo la consegna dei regali come se l’obiettivo fosse stato semplicemente quello di portare dei regali. Si è fatta fatica a trova la differenza tra un postino di C’è Posta per Te e una Iena.
Ammesso che dovrebbe esserci una differenza.
Ma una Iena non gioca con il sottointeso, dovrebbe giocare sulla esplicita cattiveria.